Villa Barbarich – Zelarino
Una villa veneta rinascimentale tra storia, arte e ospitalità
Storia
Situata nella campagna di Zelarino, lungo l’antica Strada Castellana che collegava Mestre all’entroterra trevigiano, Villa Barbarich rappresenta uno dei più significativi esempi di residenza nobiliare veneziana rinascimentale del territorio mestrino.
Le sue origini risalgono alla prima metà del XVI secolo, quando la famiglia Malipiero vi possedeva una “casa granda da statio, con teza, pozzo e forno” (attestata nel 1546 secondo i documenti del catasto veneziano). Dopo un incendio provocato dalle truppe imperiali nel 1513, durante la guerra della Lega di Cambrai, la dimora venne ricostruita tra il 1514 e il 1545, assumendo la forma della villa che ancora oggi si riconosce.
Nel corso dei secoli la proprietà passò attraverso diverse casate patrizie veneziane, mantenendo la funzione di villa di villeggiatura e centro di gestione agricola. Tra Seicento e Settecento furono eseguiti alcuni ampliamenti e rimaneggiamenti decorativi, ma la struttura principale conservò il suo impianto originario di ascendenza palladiana.
Nel 1891 la villa fu acquistata dal generale Eugenio Barbarich, ufficiale dell’esercito e scrittore militare di origine friulana, da cui deriva l’attuale denominazione. Durante la Prima guerra mondiale l’edificio fu requisito e utilizzato come sede dello stato maggiore delle truppe britanniche di stanza nella zona. Nel corso del Novecento subì un progressivo degrado, fino agli anni ’90, quando venne riconosciuta come bene di valore storico-architettonico nell’ambito del censimento delle Ville Venete promosso dalla Regione Veneto e dall’Istituto Regionale per le Ville Venete (IRVV).
Un complesso restauro conservativo, completato nei primi anni 2000, ha restituito alla villa la sua immagine originale, recuperando affreschi, pavimentazioni e strutture lignee.
Architettura
Villa Barbarich rispecchia la tipologia classica della villa veneta cinquecentesca, con un impianto planimetrico simmetrico e rigoroso, ispirato ai modelli palladiani ma più sobrio nella decorazione. L’edificio principale si eleva su tre livelli: piano terra, piano nobile e sottotetto.
Il prospetto meridionale è dominato da un portico a tre arcate che introduce all’ampio salone passante, coperto da volte a botte e decorato da un notevole ciclo di affreschi tardo-rinascimentali attribuiti a Ludovico Toeput, detto Pozzoserrato (attivo tra Venezia e Treviso tra il 1579 e 1615). Le pitture raffigurano episodi biblici e allegorici – tra cui il Sacrificio di Isacco, il giudizio di Mida, scene di banchetti e figure di re e profeti – trattati con colori caldi e prospettive illusionistiche di scuola veneta.
Gli ambienti del piano terra conservano stucchi tardo-settecenteschi e decorazioni in stile Liberty aggiunte nell’Ottocento, mentre la scala principale, voltata e affrescata, collega in asse i piani della residenza.
Originariamente la villa era circondata da un brolo agricolo, un giardino all’italiana e da barchesse laterali (oggi in parte ricostruite) che ospitavano magazzini e ambienti di lavoro rurale. Sul lato nord si apriva la cosiddetta “facciata d’acqua”, affacciata su un ramo del fiume Marzenego, che garantiva accesso e irrigazione ai poderi circostanti.
L’insieme architettonico, pur nelle trasformazioni sette-ottocentesche, mantiene un forte equilibrio compositivo: la sobrietà delle linee, l’uso della pietra d’Istria per cornici e portali, e la disposizione assiale degli spazi riflettono l’ideale umanistico della villa veneta come fusione armonica tra residenza e paesaggio.
Utilizzo attuale
Dopo un lungo periodo di abbandono, Villa Barbarich è stata oggetto di un intervento di restauro filologico volto al recupero della funzione originaria di dimora di rappresentanza, oggi reinterpretata come hotel di charme e centro benessere.
La struttura, classificata tra le Ville Venete restaurate a fini ricettivi, ospita 29 camere e 2 suite, sale per eventi, un ristorante gastronomico (Malipiero Restaurant), una spa, piscina esterna e ampi spazi verdi destinati a manifestazioni culturali e matrimoni.
Gli ambienti interni conservano le volte affrescate, i pavimenti in cotto e i soffitti lignei originali, integrati da arredi contemporanei rispettosi del contesto storico. Le barchesse sono state rifunzionalizzate come spazi per eventi e servizi dell’albergo, mentre il parco è stato sistemato con percorsi pedonali che valorizzano il rapporto visivo tra architettura e paesaggio agrario.
Oggi la villa rappresenta un raro esempio di recupero sostenibile del patrimonio architettonico veneto, in cui l’ospitalità moderna si integra con la memoria storica, offrendo ai visitatori l’esperienza di vivere – più che semplicemente visitare – una villa rinascimentale del territorio mestrino.
Galleria Immagini
Bibliografia
- ilfiumemarzenego.it – Parole del Fiume.
- Hoteldomani.it – V. Rossato, Un museo da vivere.
- Pro Loco Martellago – Molinara 2023.
- Villevenetetour.it.
- Beniculturionline.it.
- Villevenetecastelli.com.
- Serinf – Referenze Hospitality.
- Giornata delle Ville Venete 2024.
- Rossato – Studi sulle ville del Marzenego.