Villa Favero Fabris (Tiepolo)
Le origini e il contesto storico
Villa Favero Fabris, conosciuta anche come Villa Tiepolo, vede la sua costruzione nel XVI secolo, epoca in cui molte famiglie patrizie veneziane decisero di edificare in terraferma eleganti residenze di villeggiatura, lungo quella che era detta via Padovana, oggi Via Miranese.
Le prime notizie sulla villa compaiono in documenti catastali e mappe del Settecento e dell’Ottocento, dove è registrata come villa Fabris Favaro con ampie adiacenze rurali. Il toponimo “Tiepolo” sembra derivare da una precedente proprietà o dal rapporto con la nobile casata veneziana che, nel corso dei secoli, lasciò numerose tracce architettoniche nella terraferma.
La villa sorge in un punto di grande rilievo storico: proprio sotto l’attuale via Miranese, di fronte all’edificio, si trovano i resti di un ponte romano che un tempo permetteva l’attraversamento di un antico corso d’acqua. Questi resti, oggi sepolti, testimoniano la continuità dell’insediamento e confermano che l’area era già urbanizzata in epoca imperiale.
Architettura e caratteristiche del complesso
Villa Favero Fabris conserva ancora oggi l’impianto architettonico originario delle ville venete cinquecentesche: una struttura a pianta rettangolare, con salone centrale passante, piano nobile rialzato e due livelli sottostanti.
L’interno presenta travature sansoviniche, tipiche dello stile sobrio e lineare ispirato all’opera di Jacopo Sansovino; il salone centrale, illuminato da una trifora con balcone, mantiene l’impostazione simmetrica e l’equilibrio compositivo del Rinascimento veneziano.
All’esterno, la facciata principale si distingue per la semplicità delle linee, con finestre regolari e frontone centrale, mentre sul retro si apre un piccolo giardino privato, un tempo collegato a orti e rustici oggi scomparsi.
Il Catasto del 1841 descrive la proprietà come “villa Fabris Favaro con adiacenze adibite alla lavorazione di piume d’oca e piumini (dal 1796)”, evidenziando come, già in età moderna, la residenza avesse affiancato alle funzioni abitative quelle produttive e artigianali. Questa vocazione proto-industriale, legata alla lavorazione delle piume, anticipa la nascita dei laboratori di piumini Fabris tuttora presenti lungo via Miranese, segno di una continuità artigianale che attraversa più di due secoli.
Le famiglie proprietarie e la tradizione produttiva
Nel corso dei secoli la villa passò di mano fra diverse famiglie legate al territorio. I Tiepolo, proprietari originari secondo le fonti seicentesche, lasciarono la dimora ai Favero, quindi ai Fabris, il cui nome è rimasto legato alla villa fino ai giorni nostri.
La famiglia Fabris, attiva già nel Settecento nel commercio e nella lavorazione di piume e imbottiture, trasformò parte delle dipendenze della villa in laboratori e magazzini. Da questa attività derivano i “piumini Fabris”, marchio locale che ha proseguito per generazioni la tradizione della manifattura di piume d’oca, tuttora simbolo di eccellenza artigiana.
Nel corso dell’Ottocento la villa mantenne la sua funzione residenziale, ma divenne anche un punto di riferimento per le attività economiche del borgo: botteghe, piccoli opifici e corti rurali si disposero progressivamente intorno all’edificio principale, contribuendo alla formazione del centro storico di Chirignago come lo conosciamo oggi.
Il valore storico e le testimonianze archeologiche
L’area attorno a Villa Favero Fabris è ricca di stratificazioni storiche. Gli scavi occasionali condotti nel Novecento hanno portato alla luce tracce di un antico ponte romano, posto proprio di fronte alla villa e oggi inglobato nel tracciato moderno della via Miranese. Le sue arcate, realizzate in laterizio, confermano l’esistenza di un asse viario romano di collegamento tra Mestre e Spinea, su cui in epoca successiva sorsero molte delle ville veneziane del territorio.
Dal punto di vista architettonico, la villa rappresenta un importante esempio di continuità tra epoca rinascimentale e ottocentesca, capace di adattarsi alle esigenze della vita moderna senza perdere la sua identità storica. Le travature lignee originali, le decorazioni in cotto e la trifora del piano nobile sono elementi di pregio che ancora oggi caratterizzano l’edificio.
Galleria Immagini
Bibliografia
- Wikipedia – Chirignago (sezione “Ville venete”: datazione, elementi architettonici, ponte romano)
- Quirinus Venezia Properties (scheda architettonica: travature sansoviniche, trifora, piano nobile)
- Mestre Bella e La Nuova di Venezia e Mestre (citazioni sul ponte romano davanti alla villa)
- Catasto Chirignago 1841 – nota n. 448 (villa Fabris Favaro con lavorazione di piume e piumini)
- Fabris Piumini – continuità produttiva e tradizione artigiana tuttora attiva su via Miranese