Villa Algarotti-Berchet (area Terraglio)
Una dimora storica ricca di arte e storia
Storia
Scrive il Fapanni che nel seicento in quest’area vi era il casino di villeggiatura del nobile Francesco Matuzzi e che fu acquistato da Rocco Algarotti, mercante di Venezia, nel 1707 il quale realizzò l’attuale villa. Qui vi soggiornò il di lui figlio Francesco, letterato nato a Venezia nel 1712 e morto a Pisa nel 1764.
Della Villa scrive Lorenzo Crico, nel suo libro “Lettere sulle belle arti Trevigiane”, “in ogni stanza vedeansi tracce del grande amore, che l’Algarotti, (Francesco), portava alle belle arti”. E poi continua “non v’è stanza di questo palazzo, non luogo del Vasto giardino, in cui non trovi o colonne, o vasi etruschi, o statue o pitture fresco. Ornamento non ultimo è la lunga sala o galleria, dove Francesco pose una collezione di modelli in gesso dei capolavori di scultura, come la Venere Medicea, l’Apollo di Belvedere ec…”
L’oratorio della Villa, che poi fu adibito a scuderia, fu eretto nel 1707 da Rocco Algarotti e accoglie le spoglie del figlio Bonomo, fratello di Francesco.
La Villa appare in una mappa del Venturini del 1787 come proprietà della famiglia Corniani sita fra Villa Gradenigo e Ca’ Accenti. Ai tempi della rivoluzione francese ospitò vari esuli tra cui alcuni membri della famiglia Polignac. Nel 1805, vi soggiornò per una notte il generale Andrea Massena e, nel 1810, fu residenza del governatore militare francese di Venezia, il gen. Jacques François Menou, che qui morì.
Durante i moti del 1848/9 fu occupata dagli Austriaci e ospitò il generale Mitis nel giorno della sortita di Forte Marghera (27 ottobre 1848). Durante la terza guerra di indipendenza divenne il comando del gen. Efisio Cugia e vi fu firmato l’accordo che stabiliva la linea armistiziale intorno a Venezia.
Acquistata nel 1858 da Cecilia Berchet, figlia del politico e poeta Giovanni e madre del patriota e storico veneziano Guglielmo Berchet, che qui visse fino alla morte avvenuta nel 1913. Durante la prima guerra mondiale, fu adibita ad ospedale della Croce Rossa Americana; fu poi ceduta ai Marcello, nel 1922 fu sede del comando fascista nei giorni della marcia su Roma. Occupata da truppe tedesche nel 1943, nel secondo dopoguerra fu acquistata dalla Montevecchio, azienda del gruppo Montedison. Nel 1969 venne venduta alle figlie di San Giuseppe che la adibirono a scuola, funzione che svolge tutt’oggi.
Altri ospiti illustri furono il cardinale César-Guillaume de La Luzerne (1811), Edmondo De Amicis (1866) ed Ernest Hemingway (1918).
L'edificio
La costruzione si discosta dallo schema tipico delle ville venete e il suo sviluppo, prevalentemente orizzontale, ricorda piuttosto i casoni rurali. In effetti, presenta solo un piano rialzato e un sottotetto. Su ogni lato è presente una facciata: più interessante quella che dà sul giardino, costituita da elementi con mattoni a vista che creano un certo contrasto. L’interno si articola in una grande sala che conserva busti classici, vasi e affreschi, questi ultimi attribuiti a Giovanni Battista Crosato. Notevole anche la scuderia, simile a un tempietto, in quanto in origine oratorio, e decorata da bassorilievi attribuiti ad Antonio Bonazza. La cappella dà invece sul Terraglio.
Nel parco sorge un padiglione circolare, affiancato da due statue del Bonazza e ora adibito ad abitazione privata. Tale parco che un tempo era molto più vasto, arrivando a lambire le attuali via Trezzo e via del Tinto, fu, verso la fine degli anni 60 del XX secolo, in buona parte distrutto per consentire la costruzione dell’attuale Villaggio Sartori e della chiesa della SS. Trinità di Mestre. Il complesso risente anche della vicinissima tangenziale.
Galleria Immagini
Bibliografia
- Paolo Borgonovi, Villa Berchet. Storia e segreti, Centro Studi Storici di Mestre, Mestre 2008
- Il Terraglio ossia la Strada da Mestre a Treviso. La Strada da Mestre a Mirano (Centro Studi Storici di Mestre a cura di I. Stocchero, foto di Paolo Borgonovi, ricerche di Roberto Stevanato)
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