L’architettura liberty a Mestre: il palazzo CaRiVe
Un simbolo di eleganza liberty in Piazza delle Erbe
Il palazzo in Piazza delle Erbe
La nostra piazza prima che fosse intitolata al Re Umberto I, e quindi che fosse intitolata al partigiano Erminio Ferretto, era un’area con una forma poco definita che si estendeva dalla Torre dell’orologio al Ponte della Campana. O forse sarebbe meglio dire dal Ramo della Beccaria al Ponte della Campana perché oltre il Ramo della Beccaria proprio al lato della Torre vi era Piazza delle Erbe dove ogni mercoledì e venerdì si svolgeva il mercato di Mestre dedicato ai prodotti agricoli. Lì come a sorvegliare quella piccola piazza oggi chiamata Piazzetta Matter vi era il Palazzo del Conte Jacopo Rossi.
Il palazzo del Conte ospitava sia la sua casa che alcuni uffici, ma pare che molti si lamentassero del continuo passare di carrozze trainate da cavalli e dei Tram proprio fra il palazzetto stesso e la Torre dell’Orologio. Quella piccola strettoia che permetteva l’accesso in Piazza Maggiore era molto trafficata ed era l’accesso più semplice da percorrere per entrare in quello “slargo”, come lo chiama Sergio Barizza, che ospitava le attività di molti mercanti mestrini e foresti, oltre ad osterie e il Duomo di San Lorenzo che all’epoca del Conte Rossi non aveva ancora compiuto cento anni.
Un palazzetto in Piazza Umberto I
Il Conte Jacopo Rossi visse in questa casa e fu sindaco di Mestre dal 1899 al 1902. Sotto il suo mandato Mestre iniziò a raccogliere i fondi e progettare la realizzazione del suo primo ospedale, l’Umberto I oltre a realizzare varie strutture scolastiche. Il Conte Jacopo Rossi si sarebbe suicidato il 2 gennaio 1904 a causa dei debiti contratti da varie sue attività fra cui la disastrosa fine dell’impero dei Da Re che portò ad un danno inestimabile sia per lui che per Napoleone Ticozzi. Entrambi avevano sottoscritto delle fidejussioni per Eugenio da Re, figlio di Giuseppe, che gli erano necessarie a continuare l’attività dei suoi stabilimento lungo il Canal Salso e nelle sue attività agricole.
I proprietari successivi di questo palazzo furono i Matter, una famiglia di origine austriaca che trovò la fortuna a Mestre grazie alla realizzazione di una fabbrica di Olii e lubrificanti sita lungo il Canal Salso. Federico Matter fu proprietario dello stabilimento sito in, o meglio nella futura, Via Forte Marghera, mentre Edmondo Matter fu un eroe di guerra che perse la vita durante la Prima Guerra Mondiale. A lui è dedicata la Piazzetta sita di fronte la sede della Cassa di Risparmio di Venezia, quella piazza un tempo si chiamava Piazza delle Erbe.
La Cassa di Risparmio di Venezia
La Cassa di Risparmio di Venezia fondata nel 1822 nella città lagunare scelse come sede mestrina nel 1910 un palazzo di Arcangelo Vivit la cui facciata principale guardava, o meglio guarda, in direzione del Duomo. Era quello un periodo d’oro per l’economia mestrina e Piazza Umberto I stava prendendo sempre più la forma di una piazza moderna. I Toniolo proprio di fronte al Duomo di San Lorenzo avevano realizzato una via, intitolata come la piazzetta seguente poi a Cesare Battisti, che portava alla piccola piazza che ospitava il teatro e al suo fianco la Galleria intitolata a Vittorio Emanuele III. Palazzo da Re era di proprietà di Cesare Cecchini e non molto lontano da questo palazzo storico fu eretto il Cinema Excelsior. Tutto questo costruire e modificare la città aveva attirato nel nuovo centro di Mestre molte banche fra cui la Banca Cattolica di San Liberale e appunto la Casa di Risparmio di Venezia.
Il palazzo del Vivit restò sede della banca veneziana solo per due anni, giusto il tempo che il palazzetto di Federico Matter si liberasse e fosse preso in affitto e poi acquistato dalla odierna CaRiVe. E tutt’oggi è suo.
Nascita del Palazzo della Cassa di Risparmio
Quando il Conte Rossi nel 1896 pensò di restaurare il suo palazzetto in Piazza delle Erbe si rivolse all’ingegnere friulano Francesco Marsich, che poi sarebbe divenuto famoso per la realizzazione dell’Hotel de Bains al Lido di Venezia. Il progetto che l’Ingegnere attuò consisteva nella completa ristrutturazione della facciata del palazzo e nel rifacimento del muro lato torre, dove era prevista la realizzazione di una strada più ampia per il Tram e per le carrozze. Il Conte fece chiudere gli archi del porticato e ottenne un piccolo pezzo di suolo pubblico posto dietro al suo palazzo.
Nel 1924 la Cassa di Risparmio presentò un progetto di rifacimento completo del palazzetto. La parete del palazzo posta sul lato della torre sarebbe stata fatta arretrare di un metro e ottanta concedendo ulteriore spazio al tram e alle carrozze che passavano sulla stretta stradina adiacente la Torre. In cambio il comune concesse l’abbattimento dei cessi pubblici siti alle spalle della banca stessa.
Il progetto del nuovo palazzo a firma dell’Ingegner Ignazio Saccardo fu approvato nel 1925. E fu un progetto davvero strano tanto che il Barizza lo descrive così: “l’edificio non era certo quello che si intende come un palazzo: i suoi comignoli, le linee neogotiche e bizantineggianti lo facevano apparire più come una villa plurifamigliare del Lido che una sede di una banca”. E in effetti Barizza ha proprio ragione perché l’ingegner Saccardo fu uno dei protagonisti dell’architettura liberty e del ventennio nel Lido di Venezia e restaurò anche l’ex Cassa di Risparmio di Risparmio, Villa Teresa, al Lido Stesso tanto da essere citato in “Le ville moderne in Italia. Ville del Lido a Venezia: facciate, particolari, sezioni, piante” di Giovanni Sicher.
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Bibliografia
- Storia di Mestre. La prima età della città contemporanea. (Sergio Barizza – Il Poligrafo)
- “Le ville moderne in Italia. Ville del Lido a Venezia: facciate, particolari, sezioni, piante” di Giovanni Sicher