Villa Paganello — Discovery Mestre

Villa Paganello

Un complesso tardo-barocco nella Gazzera Alta

Storia

Il complesso, risalente al XVIII secolo, sembra essere stato edificato per la famiglia Paganello che qui realizzò la sua casa di campagna come era in uso in quegli anni per notabili e i Patrizi veneziani. La sua presenza è documentata nel catasto del 1781 redatto da Tommaso Scalfarotto, in cui la “casa dominicale” risultava di proprietà di Giovanbattista Paganello. Successivamente nel Catasto Napoleonico si può notare che la barchessa risulta adiacente ad un fabbricato demolito in epoca sconosciuta. All’epoca la proprietà risulta essere di Giuseppe Paganello e censita come “casa e corte ad uso”. Quest’ultimo fu autore di un diario storico di Mestre redatto tra il 1809 e il 1813 in cui venivano documentati gli scontri a Mestre tra francesi e asburgici per il controllo del territorio all’interno del più ampio contesto della quinta coalizione.

Nel 1816 la proprietà passò alla famiglia Fapanni, in quanto Agostino aveva sposato la figlia di Giuseppe. La Villa è sicuramente antecedente al 1747 e Francesco Scipione Fapanni ci ha fatto arrivare importanti testimonianze circa questa proprietà. Il Fapanni ci ricorderà il legame tramite la madre fra la sua famiglia e la famiglia che fu proprietaria della villa:

“Pala d’altare in tela, pittura di Lodovico Gallina eseguita nel 1775 per l’oratorio della famiglia veneziana Paganello, nella villeggiatura della Gazzera nella parrocchia di Mestre. L’oratorio fu della famiglia di mia madre, Maria Angela Paganello. Il padre di Giuseppe Paganello morì il 26 gennaio 1816. Io acquistai il casino, con barchessa ed oratorio, affittandolo per vari anni in attesa di restauro, temendo vi fossero stanziati militari durante la seconda occupazione austriaca (1814-1849).”

E qui la storia di Mestre e dei Fapanni si intreccia perché dal 1814 al 1849 ci fu la seconda dominazione Asburgica e in particolare dal 1848 al 1849 vi furono i moti che portarono alla nascita della Repubblica di San Marco.

Viene poi riportato che “Nell’autunno del 1846 il Fapanni vendette la villa al signor Giovanni Bellato di Venezia col brolo di quattro campi adiacenti per 19.500 lire venete. Allora non si pensava nemmeno alla strada ferrata, che doveva farsi poscia in vicinanza, la quale doveva far risorgere la posizione di questi luoghi, prima infelice e disagiata per fanghi ed allagazioni.”

Sempre il Fapanni ci riporta che all’interno dell’edificio si trovava questa scritta che elencava le proprietà:

“Gazzera – Palazzo Paganello, poscia Fapanni, ora Bellato. Ascende et mirum videlis, (salite ed ammirate) – scritto con le pietruzze del terrazzo sul principio della scala del palazzo.”

Le vicende relative alla seconda metà del XIX secolo e alla prima metà del XX secolo non sono note.

Attualmente, la proprietà appartiene alla famiglia Fasan. Dal 1958, la villa è sottoposta a vincolo monumentale ai sensi della legge n. 1089/1939, a riconoscimento del suo valore storico e artistico.

Architettura

Il Mazzotti così la descrive: “Villa settecentesca, località Gazzera, via provinciale n. 94, ora Patronato di S. Giovanni Bosco. Architettura di tipo veneziano a tre piani, con sopraelevazione centrale. Un porticato rustico unisce la villa alla chiesetta, con altare rococò in marmi policromi. Nel cortile, vasca da pozzo gotica (ora scomparsa). Un’adiacente barchessa dalle ampie linee architettoniche faceva forse parte di un altro complesso di cui resta traccia in un prospetto, coronato da timpano, al di là della strada.”

Il complesso si articola in tre corpi principali: la villa padronale, la barchessa laterale sinistra e l’oratorio di San Francesco, situati su un lotto delimitato da un alto muro di cinta con tre accessi, due su via Gazzera Alta e uno su via Pago. La villa padronale, isolata e circondata da un giardino, si sviluppa su tre piani con una pianta quadrata, seguendo lo schema distributivo tradizionale veneziano caratterizzato da una sala centrale e camere laterali. La facciata principale, rivolta a sud, si distingue per un disegno tripartito e simmetrico, con ali laterali più basse e un corpo centrale sopraelevato, culminante in un tetto a spioventi. Sul fronte, un portale ad arco in pietra introduce il piano terra, mentre al piano nobile una trifora ad arco, impostata su pilastri con capitelli dorici, si apre su un balcone in ferro battuto sostenuto da quattro mensole lapidee. Al secondo piano, un’apertura centrale arcuata con balconcino è affiancata da due finestre architravate laterali. Il prospetto è completato da un timpano triangolare e un cornicione lapideo continuo.

Le facciate laterali della villa mostrano alcune modifiche: quella occidentale è stata alterata da un corpo aggiunto, mentre quella orientale conserva in parte il ritmo originario delle aperture. Sul retro, la facciata nord appare più sobria, con aperture rettangolari e due camini monumentali ben visibili. La barchessa, sviluppata su un solo piano, si caratterizza per un portico a cinque arcate, di cui la prima cieca, che dona un’elegante semplicità alla struttura. L’oratorio, collocato perpendicolarmente alla barchessa nell’angolo sud-ovest della proprietà, presenta una facciata arricchita da paraste corinzie in muratura, un portale architravato con cornice modanata e una finestra a lunetta superiore, conclusa da un timpano triangolare trabeato.

L’oratorio di San Francesco d’Assisi

L’oratorio di San Francesco è stato eretto sicuramente nello stesso periodo dell’edificio principale, anche se all’inizio doveva essere di dimensioni minori, per poi diventare un edificio più importante per le esigenze liturgiche. Francesco Scipione ci lascia questa testimonianza:

“L'oratorio, superiore ad ogni altro per la sua ampiezza, per la sua costruzione e per la scioltezza dei suoi marmi, è l'oratorio nella frazione di Perlan, luogo detto la Gazzera, della veneta famiglia Paganello, ora della famiglia Fapanni. Vi si conservano in esso delle insigni reliquie, tra le quali di tutti gli strumenti della Passione di N.S.G.C., che ora più non esistono... Vi si ammirano dietro l'altare un bel bassorilievo in marmo rappresentante il viaggio della Sacra Famiglia e, lateralmente all'altare nella facciata, due bassorilievi in bronzo ed altro mezzo busto in marmo sulle porte all'interno della sacrestia rappresentante S. Antonio da Padova. La Pala fu dipinta da L. Gallina nel 1775, ed una riproduzione di essa è al museo Correr.”

Poi aggiunge che vi erano le seguenti scritte all'interno dell'oratorio:

“Lapide dietro l'altare nell'oratorio Paganello: Domus Orationis est Luc 19,46. Dipinto sull'arco sopra la cappella dell'altare. Pala su cui è scritto:
Lodovico Gallina 1775.”

Inoltre parla di un Direttorio per la recita del Santissimo Rosario edito dall'editore Pietro Zerletti, all'epoca molto famoso e quindi di pregio, presente nell'oratorio:

“Direttorio
per la recita del Santissimo Rosario
nell'Oratorio
di S. Francesco
in Villa di Parlano
spettante alla famiglia Paganello.
Venezia MDCCXCII (1792)
per Pietro Zerletti
con licenza dei Superiori.”

Nella sagrestia dell’Oratorio poi veniva documentato un ritratto di Pio VI probabilmente realizzato per ricordare la visita del Papa a Villa Erizzo avvenuta l’11 marzo 1782. Occasione in cui il Papa pregò nell’Oratorio della Vergine Madre di Dio e ricevette il Doge, ambasciatori e patrizi, fra cui Giacomo Durazzo che risiedeva nella sua Villa lungo il Canal Salso. Come riportato sempre dal Fapanni ne “Il 24”.

Anche il ritratto di Papa Pio VI è andato perduto. L’Oratorio di San Francesco alla Gazzera, già chiesa parrocchiale fino al 1956, perse progressivamente i suoi arredi e cadde in grave stato di degrado: crollarono parte delle coperture della sacrestia e delle navate laterali, il campanile mostrò cedimenti strutturali e infiltrazioni d’acqua danneggiarono gli stucchi del soffitto. Nel 1986 l’amministrazione comunale ne acquisì la proprietà, trovandolo in condizioni di abbandono, invaso da vegetazione, rifiuti e segni di vandalismo. Oggi è stato recuperato ed ospita mostre e altri eventi.

San Filippo Neri ha la visione della Madonna con Bambino (Ludovico Gallina)

Questa pala d’altare, realizzata da Ludovico Gallina nel 1775, raffigura San Filippo Neri in estasi mistica mentre riceve la visione della Madonna con Bambino. L’opera, un olio su tela di dimensioni significative (circa 200x150 cm), è un esempio del tardo barocco veneto, caratterizzato da una composizione dinamica, luci drammatiche e un’espressività devozionale tipica del pittore trevigiano (1732-1791). Gallina, formatosi nella bottega di Giandomenico Tiepolo e influenzato dalla tradizione lagunare, fu attivo soprattutto a Venezia e in terraferma, specializzandosi in temi religiosi per cappelle gentilizie e oratori.

L’iscrizione in latino sull’opera – EX PROTOTYPO IN ORATORIO VENETAE FAMILLAE PAGANELLO / DE LOCO LA GAZZARA – conferma la sua origine: fu commissionata per l’Oratorio di San Francesco d’Assisi nella Villa Paganello alla Gazzera (Mestre), cappella privata della famiglia veneziana Paganello. “Ex prototypo” indica che si tratta di una copia fedele da un originale (prototypo), probabilmente ispirato a modelli iconografici romani o veneziani del XVII secolo, come le visioni del santo dipinte da Guido Reni o Pietro Liberi. La pala rimase nell’oratorio fino al degrado del complesso nel XX secolo; oggi è dispersa, ma una riproduzione o copia è custodita al Museo Correr di Venezia, come documentato nelle note di Francesco Scipione Fapanni.

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Stato attuale

Il complesso si presenta in buono stato di conservazione, grazie agli interventi di restauro e ristrutturazione effettuati dopo il vincolo monumentale del 1958. La villa padronale conserva gran parte dell’impianto originario e delle finiture lapidee, mantenendo intatta la sua coerenza architettonica. La barchessa e l’oratorio risultano in condizioni discrete, con l’oratorio che evidenzia un degrado superficiale significativo, caratterizzato da un intonaco quasi completamente assente e materiali esposti. Nonostante alcune alterazioni nella volumetria e nella disposizione delle aperture laterali, il complesso conserva un’unità formale coerente, testimoniando l’impianto settecentesco originario.

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Bibliografia

  • Istituto regionale delle Ville Venete. (s.d.). Villa Paganello - Scheda Irvv: 00001931.
  • Istituto regionale ville venete (a cura di), Padoan, A., Brancaleoni, M., Tasinato, F. (1999). Ville venete. Decreti di vincolo e relazioni storico-artistiche. Copertina flessibile – CD.

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