Le mura di Mestre: ciò che c’era e che c’è ancora — Discovery Mestre

Le mura di Mestre: ciò che c’era e che c’è ancora

Un viaggio tra i resti del Castelnuovo e del Castelvecchio

Torre dell’Orologio
La Torre dell’Orologio di Mestre
Modellino Torre Loza
La Torre Loza, o Torre della Loggia, oggi conosciuta come Torre dell’orologio, modellino del Prof. Giovanni Papaccio presso la VEZ

La Torre dell’Orologio di Mestre

La Torre dell’Orologio è la principale torre del Castelnuovo ancora rimasta in piedi. Eretta nel 1108 ha subito varie trasformazioni, da casa-fortezza della famiglia Collato a Torre del Castelnuovo. Il castello che a partire dal XIII secolo difenderà il Borgo di Mestre, area che corrisponde oggi circa a Via Palazzo, Via Torre Belfredo, Via Caneve.

Nel plastico del professor Papaccio possiamo vedere come appariva la torre quando dal 1384 fu inglobata nel “fortilicio” voluto dalla Serenissima.

Approfondimento: la Torre di Mestre.

Torresino e Mura
Torresino e Mura di Via Torre Belfredo
Mura Via Torre Belfredo
Un particolare delle mura antiche nel parco di Via Torre Belfredo (Anna Motterle)
Torresino Via Torre Belfredo
Torresino di Via Torre Belfredo (Anna Motterle)

Il giardino di Via Torre Belfredo

Nel giardino di Via Torre Belfredo si trovano una porzione delle mura del Castelnuovo e una torricella abitata. Questa è il più importante tratto delle mura rimasto in piedi di Mestre. Attiguo al parchetto vi era la Torre Belfredo, torre abbattuta nel 1876. Per ricordarne la posizione sono state collocate delle mattonelle sui marciapiedi della via omonima. Le mura sono visibili anche da Via Giordano Bruno. Per un certo periodo questo edificio ospitò il Teatro della Murata.

Torre Mozza
La Torre Mozza (Anna Motterle)
Mura Torre Mozza
Una parte delle mura del castello ancora in piedi collegata alla Torre Mozza (Anna Motterle)
Modellino Torre Moza
La Torre Moza, modellino del Prof. Giovanni Papaccio presso la VEZ

La Torre Moza di Via Spalti

Della Torre Belfredo ci parla il Fapanni nel suo volume denominato “Il 24°”. In questo volume il Fapanni rammenta che la Torre Belfredo deve il proprio nome ad una macchina da guerra “conformata a Guisa di torre”. Egli ricorda che questa divenne un’abitazione a partire dal 1723 e che il suo primo abitante fu il N.U. Filippo Crotta. Molte parti del castello mutarono la loro destinazione d’uso ad abitazione privata, e due lo sono tutt’oggi.

La datazione della sua realizzazione è fissabile, per il Fapanni, attorno all’anno 1000, quindi era coetanea con la Torre dell’Orologio, e questo lo dedusse dalla presenza di una M sulla porta della Torre rivolta verso il Terraglio, in numeri romani corrispondente all’anno 1000 appunto. Questa pietra fu poi collocata sul muro della casa N° 41/a sita nella stessa Via di Mestre una volta demolita la Torre.

Proseguendo da Via Torre Belfredo verso Via Spalti incontreremo la Torre Moza un torrione, unico di questo genere a Mestre, tutt’oggi abitato e che è sito più a nord lungo la parete del Castelnuovo. Lungo Via Spalti scorreva il fossato posto a difesa del castello. Attigue al torrione possiamo vedere alcuni resti di mura. Nell’immagine vicina alla foto della Torre Moza invece troviamo la sua rappresentazione secondo la ricostruzione del Prof. Papaccio.

Resti Torre Altinate
Resti della Torre Altinate, o dei Molini
Porta Molino
La porta Molino o Altinate con Via Caneve, modellino del Prof. Giovanni Papaccio presso la VEZ

Le fondamenta della Torre del Molino

Nell’angolo fra Via Caneve e Via Slongo vi è a terra una rappresentazione con mattonelle rosse, qui un tempo sorgeva la Porta Altinate, o dei Molini o del Giardino. Prese il nome di Porta Altinate perché era porta che conduceva a un percorso diretto verso Altino. Dei Molini in quanto qui vicino vennero realizzati dei molini ad acqua alimentati dal Ramo di San Girolamo. Del Giardino perché tale uscita permetteva di entrare in un meraviglioso giardino che poi si sarebbe trasformato nel Parco di Villa Ponci. Ora ridotto ad un parcheggio.

Anche di questa area abbiamo una rappresentazione secondo la ricostruzione del Prof. Papaccio.

Fondamenta Torresino
Le fondamenta di un torresino nel parcheggio di Parco Ponci
Modellino Torresino
Il torresino le cui fondamenta si trovano nel Parco Ponci, modellino del Prof. Giovanni Papaccio presso la VEZ

Le Fondamenta del Torresino del Parco Ponci

All’interno del parcheggio di Parco Ponci possiamo vedere le fondamenta di una torricella. La torricella presenta mura solo su tre lati, perché questo genere di torrette erano vuote al loro interno.

La torricella si trova alle spalle della Chiesa di San Girolamo, l’unica chiesa che era presente all’interno delle mura del castello, come vediamo nel modellino del Prof. Papaccio. Al di là di queste mura vi era un’area definita giardino in passato, che diventerà il parco personale del Ponci.

Mura CaRiVe
Mura del Castelnuovo vicino alla CaRiVe
Mura CaRiVe 2
Mura del Castelnuovo vicino alla CaRiVe
Modellino Mura CaRiVe
Il tratto di Mura a cui appartenevano i resti della CaRiVe, modellino del Prof. Giovanni Papaccio presso la VEZ

Le Mure che testimoniano dove si trovava la Torre di Ca’ da Mosto

Le mura, o forse poche pietre, site all’interno del giardino della CaRiVe sono menzionate anche dal Fapanni nel libro Il 24° e le descrive lunghe circa 9 metri, alte 5 e larghe 2. Non è rimasto intatto neppure questo piccolo pezzo di muro in centro sito fra via San Rocco e Via Manin. Un muro che non dovrebbe essere stato molto lontano dalla Torre di Ca’ da Mosto.

La citazione del Fapanni: “Un rimasuglio di una torre si trova ancora in piedi, entro il cortile dello stallo della Cuccagna, dinnanzi i portici dei San Rocco. È ridotta all’altezza delle case circostanti, con fondamenta di rozzi macigni sporgenti dal suolo e con due brevi tratti di muraglia, ambedue i lati. Per vederla di dentro conviene entrare per altro ingresso. Vi scorre sotto un rivolo di poca acqua, poco dopo l’accennato anno, 1883, scomparve e vi eresse un nuovo muro.”

Ponte Castelvecchio Oggi
Il Ponte del Castelvecchio oggi
Ponte Castelvecchio Inizio 900
Il Ponte del Castelvecchio ad inizio Novecento

Il Ponte del Castelvecchio: l’ultimo pezzo del Castelvecchio

Il Ponte del Castelvecchio è l’unico pezzo ancora visibile del più antico dei due castelli di Mestre. Più una piccola fortificazione per alcuni studiosi che un castello. Si può vedere dal parchetto di via Einaudi. Aiutava coloro che volevano accedere a quell’area ad attraversare il Ramo della Beccaria del Marzenego. Dopo il Castelvecchio qui sorse la chiesa – priorato di San Giacomo e poi l’Umberto I. Quanto avrebbe da raccontare questo ponte.

Bibliografia

  • Francesco Scipione Fapanni, Mestre – Il 24°, Centro Studi Storici di Mestre
  • Sergio Barizza, Storia di Mestre. La prima età della città contemporanea, Il Poligrafo

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