Villa e Parco Ponci — Discovery Mestre

Villa e Parco Ponci

Un’oasi verde perduta nel cuore di Mestre

Il parco Ponci descritto da Giancarlo Angeloni

Sul sfondo se vedeva quea maraviglia che jera el bosco de Ponci.

El pareva una foresta co quei alberi co un tronco cussì grosso che do persone jera intrigàe a imbrassàrlo.

Drento ghe jera un lago co un canal che scominsiava da na parte e el finiva da staltra parte del lago cussì che se gavesse podesto vardàr tutto da l’alto se gavarìa visto la figura de un anèo, (el canal), col briànte (el lago).

Ogni tanto che jera dei pontesèi senza sonda, come que che se vede sue istampe cinesi che te fasseva passar de qua e deà del canal o rivar su na isoloèta che ghe jera in meso al lago e chea gaveva sora na caseta fatta nello stesso stile dea villa Ponci.

El lago el jera pien de pessi pèrsego che quando chei se moveva drento l’acqua schiarada col sol, pareva chei infassasse co l’arcobàlen…. ghe jera fiori dapartuto, de quei che cresseva in acqua e de quei che cresseva in terra e l’aria piena de profumi e de oseèti da un àlbaro a àlbaro e che subiando i faseva na musica che dopo non go mai sentito; na volta go visto parfin un martin pescatore chel pareva un lampo azzurro che se impirava in acqua par vantar na spinariola.

Quando sul libro de reigion lezevo del Paradiso terrestre, me figuravo chel fusse proprio cussì…

(Testo tratto da “…te te ricordì Amarcord di un mestrino originario”. Edito da Centro Studi Storici di Mestre)

I Ponci da Mantova a Venezia

I Ponci furono una famiglia mantovana che si trasferì da Mantova a Venezia nel 1816, dove rilevarono la farmacia sita vicino alla Chiesa di Santa Fosca, Cannaregio. Questa attività aveva già oltre un secolo di vita quando passò di mano ai nuovi proprietari. La struttura che accoglieva la farmacia è ancora esistente ed ospita altre attività ed è un vero e proprio museo che racconta come erano le farmacie fra il settecento e l’ottocento. Oltre a farci ammirare l’arte dei Maestri intagliatori di Venezia dell’epoca.

La fama della Farmacia Ponci divenne tale da meritare un articolo nel 1934 in una rivista a livello nazionale: “A Venezia la Farmacia Ponci a S. Fosca è conosciuta e ricercata dai forestieri per il suo ambiente signorile con fedeltà conservato come in antico; essa ricorda i vecchi tempi, quando, sotto il saggio governo della Serenissima, tutte (o quasi tutte) le botteghe da Spezier amavano presentarsi nella suggestiva veste di una proprietà elegante …”. Così scriveva nel 1934 il Pedrazzini.

Trasferitasi a Mestre la Famiglia Ponci acquistò nel 1902 il parco e la peschiera di Villa Giustinian della famiglia Gobbato, edificio che si trovava dove oggi sorge l’ex scuola De Amicis. I Gobbato avevano puntato sulla realizzazione di una scuola maschile all’interno della Villa, la scuola de Amicis, con fortune alterne, finché non la demolirono, 1902, per realizzare l’edificio che ancora oggi possiamo vedere in Via Pio X. Il parco, come detto, fu ceduto ai Ponci.

Il parco e la peschiera si estendevano al di fuori dell’area del Castello in quello che molti in passato chiamavano il giardino, vedansi Fapanni, sito dietro la chiesa di San Girolamo. Il giardino di Mestre dev’essere stato molto bello in quanto la Porta del Miglio o del Molino, sita circa dove oggi si incrociano Via Caneve e Via Slongo, era soprannominata anche Porta del Giardino, sempre il Fapanni.

Dobbiamo ricordare, poi, che all’interno del castello passava un canale artificiale che proveniva dal Ramo della Beccaria del Marzenego, lungo l’attuale Via San Girolamo, e che mediante una deviazione alimentava un molino, tale deviazione scorreva lungo la via che si trova fra Via San Girolamo e il parcheggio di Parco Ponci, per poi sfociare nell’Osellino.

Le dimensioni di tale parco sono note, vedansi carta del 1937, e andavano dal parcheggio di Parco Ponci all’Osellino, e da Via Caneve all’attuale Riviera Magellano. Al suo interno vi erano tre ettari di alberi secolari ad alto fusto e un laghetto alimentato, probabilmente dal ramo del Rio di San Girolamo. La villa viene descritta come uno chalet in legno e pietra che, dando le spalle alla chiesa di San Girolamo, si affacciava sull’acqua. Era un piccolo gioiellino che tutt’oggi si fa rimpiangere in città. Nel parco vi erano statue e un gazebo, mentre i Ponci potevano dilettarsi ad andare in barca nel laghetto.

Mestre nel tempo ospitò diverse ville di diversa natura e fattezza ma ben poche di queste sono rimaste. Basti pensare alla maestosa villa del Durazzo, o a Villa Erizzo che venne smembrata un pezzo per volta per permettere l’edificazione di nuovi palazzi, e che oggi ospita la Biblioteca centrale di Mestre VEZ. Un’altra villa di prestigio sita a Mestre che si è salvata è Villa Querini dei Conti Querini Stampalia di Santa Maria Formosa.

Antefatto: le preoccupazioni dell'ing. Antonio Rosso

La Preoccupazione di una possibile speculazione venne espressa in tempi non sospetti dall’Ingegnere Antonio Rosso autore di ben due Piani regolatori a Mestre nel 1934 e 1937. Il suo cruccio era l’assenza di vincoli sul parco stesso. In effetti il PRG arrivò solo nel 1960. A giochi fatti.

Una storia di speculazione

La giunta guidata dal sindaco Gianquinto Giobatta aveva dei progetti edilizi su quest’area che era di fatto nel cuore di Mestre e per poterli realizzare doveva convincere gli eredi del farmacista Ponci di cedere l’intera proprietà. Fu fatta un’offerta di circa cinquecentomila lire per l’acquisto, che però venne rifiutata. Ma ormai quell’area era diventata troppo importante.

Le cronache, ciò che riportano i giornali rifacendosi ai fatti dell’epoca, Il Gazzettino di Venezia e La Nuova Venezia, raccontano che tale geometra Ugo Argenta convinse la famiglia Ponci che vi era un grande progetto già approvato e che il terreno sarebbe stato reso edificabile in breve tempo. Con tali promesse si fece nominare amministratore unico del loro patrimonio. L’inghippo proseguì facendo realizzare ad un architetto un progetto che sarebbe sorto su quell’area e acquistando persino una pagina de “Il Gazzettino” nella quale si pubblicizzava la vendita delle villette. Dimore che, ovviamente, non saranno mai costruite.

Pare che in una sola notte del novembre 1947 un gruppo di taglialegna del Friuli abbatterono tutti o quasi tutti gli alberi devastando per sempre un’area preziosa per la città. Il geometra Ugo Argenta fuggì poi in Venezuela e lasciò la famiglia Ponci in balia degli eventi da lui creati. Fu così che la giunta comunale di Angelo Spanio si accordò con questi per avere in regalo metà del parco e rendendo edificabile il resto.

Sulle macerie nasce Via Pio X

Nella metà dell’area che divenne edificabile, furono quindi create la Via Pio X, che venne fatta passare anche sopra al giardino della scuola De Amicis, Via Fapanni, Via Giardino e Riviera Magellano, oltre a Piazzale Cialdini. I palazzoni totalmente sproporzionati e fuori contesto costruiti su quest’area sono l’esempio di come a Mestre si sia sempre preferito il cemento al verde e alla conservazione.

Com'era la Villa Dei Ponci

Mappe e vari

Bibliografia

  • “…te te ricordì Amarcord di un mestrino originario”. Edito da Centro Studi Storici di Mestre
  • Articolo de “Il Gazzettino”
  • Articolo de “La Nuova Venezia”
  • Sito Museo Unifarco
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3 thoughts on “Villa e Parco Ponci

  1. Che meraviglia questo resoconto storico! Certamente pochi conoscono questo percorso di una parte così centrale di Mestre. Grazie Alessandro Bon!

  2. Mi piace tantissimo leggere e rileggere la storia di Mestre perché scopro in continuazione nuovi dettagli – complimenti!

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