Napoleone Ticozzi: una nuova Mestre — Discovery Mestre

Napoleone Ticozzi: una nuova Mestre

Un sindaco che trasformò la città

Napoleone Ticozzi: breve biografia

Nato a Mestre il 28 gennaio 1843 da Cesare Ticozzi, Napoleone deve il suo nome all’inimicizia del padre verso gli austriaci, che governavano il Veneto dopo i francesi, di cui erano dichiarati nemici. Quando le autorità austriache chiesero al padre il motivo di tale nome, a loro inviso, egli affermò che gli fu dato per mantenere una promessa con un parente che combatté con Bonaparte.

Napoleone studiò al Liceo di Santa Caterina, oggi Convitto Foscarini, dove si diplomò nel 1862, per poi laurearsi in Giurisprudenza a Padova nel 1868. Qui aderì alla Giovane Italia. Fu sindaco di Mestre (1871-1881) dopo Girolamo Allegri e partecipò ai grandi mutamenti urbanistici e sociali che avvennero nel Comune di Mestre in quel periodo. Si sposò nel 1875 con Emilia Guidini, nobile svizzera, figlia di Anna Giorgio Guidini, moglie in seconde nozze di Giuseppe da Re. Morì il 26 marzo 1905, secondo il figlio Cesare Ticozzi, che portava il nome del nonno, di crepacuore a causa dei problemi derivati dalle fideiussioni concesse, e non riscosse, ai Da Re.

Il centro di Mestre e Torre Belfredo

In quegli anni, il Comune di Mestre vide numerose opere di riqualificazione. Piazza Maggiore fu riqualificata secondo un progetto dell’ingegnere Balduin, che procedette alla ristrutturazione della Torre Belfredo e alla realizzazione di un piano camminabile al centro della piazza (1876-1878).

Sotto la guida di Ticozzi, fu costruito il nuovo cimitero monumentale di Mestre nel 1872, secondo una legge emanata da Bonaparte il 30 dicembre 1812, che prevedeva l’inumazione dei morti fuori dal centro cittadino. Il cimitero, realizzato da Giuseppe Da Re, ospita tutt’oggi le spoglie di membri delle famiglie Ticozzi, Da Re, Cesare Cecchini, Toniolo e altri importanti mestrini.

Pare che, dopo un viaggio a Parigi con il padre Cesare, Napoleone sia stato colpito dalla bellezza dei boulevards cittadini e, tornato a Mestre, abbia voluto realizzarne uno simile. Da questa idea nacque Viale Garibaldi. L’ingegnere Balduin presentò due progetti, uno nel 1878 e quello approvato l’8 febbraio 1881. La realizzazione di Viale Garibaldi, intitolato alla memoria dell’eroe dei due mondi che visitò Palazzo da Re, avvenne grazie all’esproprio dei terreni dei Grimani in zona Carpenedo e all’abbattimento dell’Osteria “Tre Balle” sulla proprietà della Contessa Loredana Morosini Gatterburg. Il viale collegò i due antichi borghi di Mestre e Carpenedo, dando il via alla costruzione di molte casette. Tutt’oggi è il viale più elegante della città.

Durante il suo mandato, Ticozzi si impegnò con tutte le sue forze per impedire alla vedova Teresa Gatto in Artico di demolire la Torre Belfredo, senza però riuscirvi.

Sindaco di Mestre: la Colonna della Sortita e l’impegno sociale

Nominato sindaco nel 1870, con decreto regio del 14 ottobre 1871, Napoleone fu un sindaco che amò profondamente Mestre e fu molto legato ai moti risorgimentali che avvennero in città. Ticozzi fu il primo sindaco a operare all’interno di Palazzo Collalto come Casa del Comune, grazie alla ristrutturazione effettuata sotto il mandato di Girolamo Allegri, suo predecessore.

Apparteneva al gruppo di cittadini orgogliosi dei fatti del 1848 e fu tra i promotori della realizzazione della Colonna della Sortita in Piazza Barche, decisa durante una riunione a casa Bellinato, ex artigliere del corpo Bandiera e Moro e consigliere comunale, la sera del 29 dicembre 1875. L’obelisco, che omaggiava la Sortita di Forte Marghera, fu realizzato da Lorenzo Seguso a partire dal 1881. Ticozzi anticipò parte dei fondi per la sua realizzazione. La Colonna fu inaugurata il 4 aprile 1886 durante una manifestazione solenne in Piazza Barche.

Durante il suo mandato, fu protagonista nella realizzazione e nell’acquisto di scuole e edifici scolastici. Nel 1878 procedette all’acquisto degli edifici di Federico Gobbato, Villa Giustinian e la Scuola De Amicis, per continuare la formazione di fanciulli e fanciulle. All’epoca, la villa e la scuola erano due edifici distinti. Si adoperò anche per l’istruzione professionale, tanto che il 26 maggio 1871 Mestre ebbe la sua prima “Scuola di disegno” destinata a giovani che volevano migliorare nelle arti e nei mestieri, di fatto la prima scuola professionale di Mestre. Il 4 aprile 1871 Mestre inaugurò il suo primo asilo, la cui attività durò solo tre anni, suscitando non poche proteste.

Fu protagonista anche nella diffusione dello sport, collaborando con Costantino Reyer e Pietro Gallo, che avevano organizzato il primo Congresso Ginnastico Italiano nel 1869, per fondare, il 23 novembre 1878, la “Palestra Marziale Veneta – Sezione di Mestre”. Da questo gruppo nacquero la Libertas (1903) e la Spes (1902), gruppi sportivi tutt’oggi attivi a Mestre.

Nel 1876, Napoleone fondò la “Società di Mutuo Soccorso fra gli operai del Comune di Mestre” con lo scopo di fornire un sussidio agli operai in caso di malattia o un aiuto alle loro famiglie in caso di morte, coprendo anche le spese funebri in caso di eventi tragici.

Cercò di preservare le radici agricole di Mestre, osservando che nel Foro Boario il mercato degli animali in vendita era sempre più raro, sostituito da spettacoli come il Circo, il Circo Zanatta, la Fiera di San Michele, mostre varie, spettacoli equestri e persino il primo cinema.

Fu tra i fondatori della Cattedra Ambulante di Agraria di Venezia, membro del Consorzio Agrario distrettuale e imprenditore nel settore alimentare.

La morte

Verso la fine dell’Ottocento, Ticozzi, insieme al Conte Jacopo Rossi, firmò delle fideiussioni per garantire l’attività di Eugenio da Re, parente della moglie. Tuttavia, ciò non bastò a evitare il fallimento delle attività dei Da Re, che trascinò nell’abisso anche le finanze di Ticozzi e Rossi. Quest’ultimo, a seguito di questa e altre vicissitudini, si suicidò.

Napoleone firmò controvoglia quelle fideiussioni solo perché la suocera era vedova di Giuseppe da Re. La volontà di aiutare la famiglia della moglie, come scrisse il figlio Cesare Ticozzi nei suoi diari, lo portò alla rovina e a morire di crepacuore il 26 marzo 1905.

Galleria Fotografica

Bibliografia

  • I Ticozzi nella Mestre dell’Ottocento (Sergio Barizza – Paolo Ticozzi – Editoriali il Programma)
  • Storia di Mestre. La prima età della città contemporanea (Sergio Barizza – Il Poligrafo)
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