Il Castelvecchio di Mestre
La prima fortificazione di Mestre e il suo ruolo strategico
Notizie storiche sul Castelvecchio
Oltre mille anni fa a Mestre venne eretta una fortificazione attorno a ciò che dovevano essere i resti di un antico castrum romano, nell’area oggi chiamata ex Umberto I. Questa secondo la vulgata è la storia della nascita del Castelvecchio. La sua realizzazione a partire da un castrum è però solo un’ipotesi perché non vi sono state mai rilevazioni archeologiche nell’area suddetta, quindi non si conosce né la sua genesi, né se vi siano stati romani in quel luogo.
Il primo castello di Mestre, denominato in seguito Castelvecchio, fu realizzato nel periodo in cui Mestre si trovava sotto Treviso, essendo stata ceduta da Ottone III ai Conti di Collato, 994, mediante il famoso Diploma. L’insediamento principale di Mestre corrispondeva all’area dell’Isola di San Lorenzo dove risiedeva sia il potere religioso che quello militare, le due aree principali della città erano la Pieve di San Lorenzo con il suo borgo e il castello.
Circa due secoli dopo il Diploma di Ottone III viene pubblicata la bolla pontificia Justis fratrum, 1152, con cui papa Eugenio III riconosceva al vescovo Bonifacio la proprietà del castello, del Porto di Cavergnago e della Pieve di San Lorenzo.
La forma del castello si può intuire attraverso l’osservazione di varie mappe del passato dove si notano ancora i segni degli alvei del fossato che era stato realizzato attorno ad esso. Il fossato era alimentato dal fiume Marzenego e si riversava all’interno di esso, fiume che a nord delimitava l’isola di San Lorenzo, mentre a sud di questa scorreva l’antico percorso del Musone. Attorno all’abitato del castello era stata da prima realizzata una palizzata che dal XIII secolo era stata rafforzata da una muraglia con costruzioni a torre e due porte munite di ponti denominate battifredo.
Con il termine battifredo si intende una torre medioevale che nelle realizzazioni iniziali era in legno, ma dal XIV secolo fu realizzata in pietra, forse anche per adeguarla alle armi di assedio di quel periodo storico. Sulla sommità della torre vi era una campana per dare l’allarme. Spesso la torre era allargata al primo piano per dare la possibilità alle guardie di fare la ronda. La torre divenne con il tempo una torre ponte e quindi una torre posta a difesa dell’ingresso della città. Da quanto riportano in “Mestre la storia, le fonti” di Franca Cosmai e Sergio Barizza a Mestre vi erano due torri battifredo nel Castelvecchio, e una torre battifredo nel Castelnuovo, la Torre Belfredo abbattuta nel 1876.
All’interno dell’area del castello dovevano esserci alcuni edifici fra questi la residenza del Capitano, quella di un rappresentante religioso dei Vescovi di Treviso e di altre persone impegnate per la difesa o per altri lavori. Il capitano nominato da Treviso aveva il compito di difendere il castello, ma anche di sovraintendere la gestione economica del territorio posto sotto ad esso. La raccolta della muda, (che deriva da muta cioè tassa, gabella, dazio), era affidata al mudaro che raccoglieva le tasse dovute al passaggio di merci e uomini attraverso il territorio di sua pertinenza. Mestre all’epoca era un raccordo fra Venezia e Treviso e se le merci veneziane dovevano andare o arrivare in laguna per via terrena dovevano passare per Mestre e questo permetteva ai suoi governanti di avere grandi entrate.
Un crocevia che faceva gola a molti
La realizzazione del primo castello mestrino viene attribuita alla volontà dei signori locali di proteggere la via che conduceva al Porto di Cavergnago, passando attraverso Mestre, approdo per le merci provenienti o destinate a Venezia. Inoltre il castello era posto al centro di tre importanti vie dell’epoca come il vecchio Terraglio, strada verso Treviso, che iniziava lì dove oggi si trova Via Castelvecchio, Via Castellana, strada che passando per Castelfranco e Bassano raggiungeva l’Impero d’Occidente, e la Padovana, odierna Miranese, rendendolo un punto di passaggio obbligatorio per raggiungere o uscire da Venezia via terra.
Nell’arco della sua storia questa fortificazione fu soggetta a diversi attacchi che ne minarono anche la struttura. Le molte signorie che si contendevano il Veneto puntarono spesso a conquistare l’area di Mestre perché era un ottimo avamposto per poter mettere in difficoltà Venezia. Va detto che le battaglie più cruenti per la conquista di Mestre avvennero nel periodo in cui vi era già il Castelnuovo, realizzato attorno alle tre direttrici Via Palazzo, Via Caneve e Via Torre Belfredo. A quel tempo il Castelvecchio già verteva in pessime condizioni e la sua struttura non era certo all’altezza delle battaglie che si svolgevano in quel periodo storico.
Gli ultimi anni del Castelvecchio e l'abbandono
Nel 1274 il Castello di Mestre fu coinvolto in un incendio di grandi proporzioni e ciò comportò anche la distruzione della Casa del patrizio Veneziano Tommaso Querini. Venezia avanzò una richiesta di danno a cui Treviso rispose con l’espulsione di tutti i veneziani dal territorio.
Dopo la conquista da parte di Andrea Morosini, mediante un escamotage, del Castelnuovo i nuovi signori di Mestre, i veneziani, effettuarono piccole riparazioni dell’antica fortificazione, senza però intervenire in modo definitivo.
Il Castelvecchio subì attacchi anche durante la Guerra di Chioggia, 1378 – 1381, quando Francesco da Carrara afferma di voler conquistare sia il Castelvecchio che il Castelnuovo. Da qui alcuni fanno derivare i due soprannomi tutt’oggi in uso.
Nel 1434 le mura del castello furono rase al suolo e i laterizi da esse ricavate furono usate per nuove costruzioni. L’area fu per lo più dedicata alla coltivazione e in prima battuta affidata al nobile Andrea da Mosto, omonimo dello storico vissuto fra il XIX e il XX secolo. Si registra all’epoca la presenza all’interno delle mura di una Domus Magna e di piccole abitazioni.
Successivamente l’area del Castelvecchio sarebbe stata concessa dal Doge Francesco Foscari ai monaci di San Salvador che qui vi eressero la chiesa di San Giacomo. Da qui comincia un nuovo capitolo per quest’area di Mestre.
Galleria Immagini
Bibliografia
- I Castelli di Mestre e l’antica Struttura urbana di Marco Sbrogiò
- Mestre – Le radici di identità di una Città di Adriana Gusso
- Il priorato di Mestre Eretto in Abbazia di Giorgio Zoccoletto
- PROGETTO DI RIGENERAZIONE URBANA DENOMINATO “CASTELVECCHIO” AREA DELL’EX OSPEDALE UMBERTO I MESTRE -VENEZIA (ACOMAI Studio associato)
- Mestre la storia, le fonti, a cura di Sergio Barizza, testi di Franca Cosmai.