Molino Scabello (Trivignano)
Testimonianza storica del sistema molitorio sul fiume Marzenego
Storia
Il Mulino Scabello ha origini antiche, risalenti forse al XIII o XIV secolo. Nel 1533 risultava di proprietà di Marin Negri. Nel 1600 subì un incendio che lo distrusse, ma fu ricostruito nel 1607 e successivamente ampliato o riconvertito.
Nel XIX secolo, il mulino era noto come “Tarù” e si trovava nell’attuale via Molino Marcello, sulla strada che dalla via Gatta porta in via Tarù, all’altezza del ponte sul Dese. Il proprietario risultava un certo Moschini, mentre il conduttore era il mugnaio Giuseppe Cogo.
Nel corso del tempo, il mulino perse la sua funzione originaria a causa del declino della molitura a forza d’acqua nel primo Novecento. L’edificio fu adattato a uso agricolo e residenziale. Oggi, il Mulino Scabello rimane una testimonianza rara del legame tra le famiglie locali e le risorse idriche del territorio.
Architettura e Impianto
Il mulino era costruito in laterizio e comprendeva il corpo del mulino con la ruota idraulica, un’abitazione contigua e un piccolo portico rustico. L’impianto era alimentato dalle acque del Marzenego, un fiume che ha alimentato per secoli un’intensa attività molitoria nella zona.
Lungo il corso del fiume, oltre al Mulino Scabello, si trovavano altri mulini come Ca’ Bianca, Tarù e Cellere, che testimoniano l’importanza storica dell’attività molitoria nella regione.
Il Mulino Oggi
Attualmente, il Mulino Scabello è in stato di degrado. Nonostante ciò, è stato oggetto di interventi per migliorarne la fruibilità, come la posa di un ponte di legno nei pressi del mulino, che ha risolto un significativo problema di interruzione del percorso agricolo che collegava Zelarino da Nord e Olmo e Maerne da Ovest con il mulino stesso.
La memoria storica del mulino è mantenuta viva attraverso iniziative locali e la documentazione storica, che ne evidenziano l’importanza nel contesto della storia industriale e sociale della zona.
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